0



Layout del blog

DIVAGAZIONI DI UN FUMATORE DI AVANA (1)

28 settembre 2022

This is a subtitle for your new post

Ci sono buoni motivi per approfondire il discorso sulle forme, i modelli, le dimensioni dei sigari avana. Prima di tutto, è bene chiarire che il formato del sigaro ha un’influenza determinante non solo sulla sua fruizione, ma anche sulle sue caratteristiche organolettiche. Ad esempio, a parità di stagionatura e di foglia impiegata, un sigaro di grosso diametro avrà aroma, sapore e corpo più pieni, più maestosi che un sigaro decisamente più sottile. Poi un minimo di conoscenza sulle taglie più diffuse aiuta ad evitare sorprese quando si abbia l’occasione di fare acquisti in luoghi nei quali non c’è la possibilità di chiedere informazioni e consigli al negoziante (tipo duty-free di aeroporti ecc). Tra l’altro le scritte sulle scatole degli avana usano spesso un linguaggio criptico fatto di numeri e di nomi curiosi che sono di difficile decifrazione per chi non abbia una lunga pratica.

Molte fonti concordano nell’individuare in oltre 950 le taglie e le forme dei sigari fabbricati a Cuba. Ma eliminando i sigari molto particolari o che hanno scarsissima diffusione e raggruppando i formati che differiscono fra loro per particolari insignificanti o per quasi impercettibili variazioni di misura, possiamo dire che i sigari che si trovano abitualmente in commercio sono non più di una cinquantina.

Sono state proposte diverse classificazioni che cercano di fare un po’ d’ordine in questa “magna silva” ma nessuna di esse è completamente soddisfacente. Infatti, comunque si tenti di classificare le varie taglie, si troveranno sempre dei sigari che sono intermedi tra un gruppo e un altro e che non si sa bene dove collocare.

Tuttavia una più ampia suddivisione può essere tentata sulla base della forma del “cannone” del sigaro, forma che incide notevolmente su quella che è la “filosofia della fruizione” del prodotto.

L’espressione “filosofia della fruizione” può apparire eccessiva ma ci aiuta a chiarire il significato che il formato del sigaro assume per il fumatore. Anzi, lasciatemi fare una digressione filologica.

In spagnolo il termine vitòla significa modello, stampo, calibro, figura. Ha origini marinare: la vitòla era una specie di modello col quale si sagomavano i pezzi di legname o di ferro che servivano per la costruzione delle navi. Era anche lo stampo nel quale si fondevano le palle di cannone o di moschetto.

Nel mondo del sigaro significa appunto formato, taglia, modello.

E per traslato marca. In tempi recenti questo termine è passato, sempre più di frequente, a indicare la fascetta o anello che circonda il sigaro (da cui la parola vitolfilia che si riferisce a questo particolare tipo di collezionismo). Ma questo significato è frutto di grossolano fraintendimento e di banale semplificazione. Perché la vitòla è sì la forma del sigaro, ma soprattutto la sua figura, la sua “immagine”, con tutto lo spessore che il termine comporta quanto a scelte di gusto.

Un fumatore che sceglie una particolare “immagine” del sigaro, manifesta che lo voglia o no, un dato della propria personalità. E la figura del sigaro diviene un elemento che concorre a sua volta a creare “l’immagine” del suo fruitore. Essa va al di là dei normali connotati misurabili metricamente per diventare un connotato di ordine umano. La vitòla del sigaro diventa la vitòla del fumatore. Vi immaginate Chrchill che fuma un sigarino?.

Dunque, sulla base della forma del cannone del sigaro si possono individuare due grandi classi. Una comprende grosso modo tutti quei tipi che hanno la forma di un fuso: panciuti al centro e poi man mano si assottigliano verso le estremità (ma una delle due può anche essere troncata). Questa classe, che comprende i torpedo, i perfectos, i belicosos – era molto diffusa nell’età dell’oro dell’avana – seconda metà dell’ottocento e primi decenni del nostro secolo – mentre oggi pere terreno ed è particolarmente ricercata solo dai fumatori più esperti.

L’altro grande raggruppamento include tutti i tipi che hanno invece i lati del cannone dritti e paralleli e viene abitualmente diviso in due sottoclassi: coronas e panetelas. Ma vedremo come questa suddivisione sia per molti aspetti opinabile e si basi su un elemento (il diametro del sigaro) che non offre la possibilità di una corretta classificazione. Mentre il corona coi suoi numerosi derivati, viene considerato un classico e non teme granché le fluttuazioni delle mode, il panetela, sottile e poco impegnativo, conosce i questi tempi di decadenza, sempre maggiore voga.

Al di fuori di questa suddivisione, si pone soltanto un tipo di sigaro che fa classe a sé, vero e proprio monstrum nella produzione degli avana. Intendo parlare dei culebras, un po’ più smilzi dei corona, intrecciati a gruppi di tre e legati con nastrini di seta alle due estremità.


Da Smoking 1984. Gianfranco Plenizio. Continua...

Autore: Emiliano Fincato 29 settembre 2023
Sui sigari
Autore: Emiliano Fincato 14 settembre 2023
Sui sigari
Autore: Emiliano Fincato 30 agosto 2023
Sulla pipa
Autore: Emiliano Fincato 11 agosto 2023
Sulla pipa
Autore: Emiliano Fincato 5 agosto 2023
Sulla pipa..
Autore: Emiliano Fincato 27 luglio 2023
Sul sigaro
Autore: Emiliano Fincato 27 luglio 2023
Sul sigaro
Autore: Emiliano Fincato 18 luglio 2023
Sul sigaro
Autore: Emiliano Fincato 18 luglio 2023
Sul sigaro
Autore: Emiliano Fincato 27 giugno 2023
Sulla pipa
Altri post
Share by: