I FONDAMENTI DEL TABACCO 2
BURLEY – E’ legato alla grande migrazione americana verso il west. Per lo spostamento della popolazione infatti si cominciò a coltivare tabacco anche al di fuori delle tradizionali terre affacciate sull’Atlantico. Questo Burley, detto White (bianco) per il suo colore chiaro, nacque infatti per caso lungo il fiume Ohio, nello stato omonimo, nel 1864. Ha avuto successo industriale e commerciale perché: brucia bene, non è aspro, ha un peso specifico leggero, dà un fumo a reazione neutra (quello del Bright reagisce acido, quello dei tabacchi scuri ha reazione alcalina) perché le sue qualità, appunto “neutre”, lo rendono ideale per qualsiasi miscela, perché la sua struttura rada e aperta gli permette di assorbire incredibili quantità di aromatizzanti e altri intrugli di cui gli americani sono maestri
Il migliore è quello del Kentucky, Tennessee e Ohio del sud e fra una ventina di altri Paesi dove è coltivato, quello italiano. Il suo debole aroma lo fa amare da chi preferisce il tabacco puro. Ci sono tuttavia dei Burley più scuri, usati per dar corpo alle miscele ma prodotti in piccole quantità. Uno di essi è il Kentucky Burley, scuro, scarso aroma, gusto dolce, foglia di corpo da medio a pesante. Il Burley italiano è leggero, neutro, a basso tenore di nicotina, qualità molto apprezzate ma poco redditizie, perché quello americano dà nerbo alla miscela coprendo i difetti dei tabacchi poveri e incorporando bene qualsiasi tipo di concia.
MARYLAND – Diciamo pure che il Maryland ha eccellenti qualità di combustione ed è del tutto neutro nel gusto e nell’aroma. Cioè è perfetto per la manifattura delle sigarette, in cui la concia del tabacco è l’aspetto principale e caratterizza il sapore del prodotto finale. La foglia è piuttosto larga, sottile e delicata. E’ curata ad aria. Con il Virginia fu il primo ad essere introdotto in Europa per fini commerciali. Già nella prima metà del ‘700, infatti, arrivava in Inghilterra, in Olanda, Danimarca, Germania, Svizzera e Francia. Poi però ha avuto minor fortuna del suo collega.
GLI ORIENTALI – La grande era dei tabacchi Orientali comincia nel 1648, morto in Turchia Murad il Crudele che aveva proibito il fumo, pena la morte, e l’avvento al trono del sultano Mohammed IV. E’ estremamente difficile trovare un preciso repertorio dei tabacchi Orientali a causa delle grandi incertezze geografiche, di coltivazione, di produzione. Essi inoltre sono molto diversi fra loro poiché è diffusa la coltivazione familiare, non ci sono le grandi piantagioni all’americana. La vasta gamma di qualità va dai nobili Yaka, termine che indica i tabacchi di montagna, dal contenuto nicotinico basso, dalla foglia fine, piccola, ricca di sostanze cerose, ai meno pregiati Ova, ai quali si imputa un gusto “disseccante e pungente”. Fra i primi ricordiamo i più impiegati in miscele per pipa: lo Xanthi Yaka Basma (Grecia orientale), il Mahalla (Macedonia greca) , Il Samsun Maaden (Turchia orientale), le varie qualità di Smyrne (Izmir) dall’effetto narcotico. Questi sono fra i tabacchi più cari perché se ne esporta poco. Considerati aromatizzanti naturali, gli Orientali sono usati nelle miscele a questo scopo e in tali impieghi particolarmente valorizzati dagli inglesi.
Qui si potrebbe inserire la distinzione fra “miscele aromatiche” – con l’aggiunta di aromatizzanti naturali – e “miscele aromatizzate” perché profumate con additivi chimici. Ma…
(Segue)
Smoking, numero 3 anno 5, 1979