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Sua Maestà 2

11 gennaio 2023

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Sigareide


Per finire le storielle che ci riguardano, citeremo due aneddoti noti a qualcuno, uno sul sigaro Cavour, uno sul Toscano. Pare, per quanto riguarda il primo, che esso sia nato per “merito” di Camillo Benso Conte di Cavour il quale, concentrato nello stilare un documento alla sua scrivania, abbia distrattamente appoggiato il sigaro nel calamaio, invece della penna. Accortosi del misfatto, se pure contrariato, continuò le sue faccende. Terminata la stesura, si accorse di non avere con sé altri sigari e, in preda al desiderio di fumare, riaccese il mozzicone ormai asciutto ma intriso di inchiostro. Non lo trovò affatto malvagio e girò l’elaborazione dell’”idea” ai tecnici della manifattura. Questi, fatte le debite (per il tempo) analisi, diedero vita al sigaro che così chiamarono “Cavour”, in ossequio al suo inventore.

Circa le origini del sigaro Toscano, pare invece che questo ebbe origine a causa di un acquazzone che sorprese una nave durante una spedizione di tabacco Kentucky. Questo, una volta parzialmente asciutto, iniziò una prima fermentazione naturale prima dell’arrivo in manifattura dove, prima di gettarlo via, venne utilizzato per una prova che dunque si rivelò un successo. Nacque così il Kentucky fermentato che è alla base di ogni sigaro Toscano.  

Più vicino a noi, il sigaro si intreccia con la storia nella persona di Winston Churchill, la cui immagine rimarrà per sempre associata all’avana di grosso calibro. Aveva scoperto gli avana quando non aveva ancora vent’anni, in occasione della guerra ispano-americana di Cuba del 1898. Nella sua vita – dicono – ne ha fumati più di trecentomila. Fumava, in genere, fino alla metà (anche questo è da fumatore raffinato) dei doppi corona di tutte le grandi marche, a foglia scura. I produttori glieli preparavano con un anilla che portava la sua immagine. Sono stati battezzati Churchill alcuni moduli o modelli di avana. C’è addirittura una marca, ma non più cubana, con il suo nome. Zino Davidoff, il più grande mercante di sigari del mondo, diceva che Churchill è stato visto scegliere anche altri modelli, fra cui i Lonsdale e Panetela.

Con un paio di aneddoti anche su Churchill chiudiamo questa puntata del lungo discorso sui sigari. Nelle prossime entreremo nel vivo: come e dove si fabbricano i sigari, i tabacchi impiegati, la tecnica del buon fumatore. Dunque, i due aneddoti. Durante uno dei grandi bombardamenti su Londra dell’ultima guerra mondiale, una bomba tedesca colpì il negozio di Dunhill; alle due di notte, dopo aver constatato i danni, il direttore del negozio si affrettò a telefonare al Primo Ministro: “I vostri sigari sono salvi, Sir”. Le bombe avevano risparmiato la preziosa riserva di Churchill. Così come fu respinta la proposta avanzata da un laburista nel 1947 di privare per due anni Churchill dei suoi amati sigari, come punizione per le sue critiche troppo violente ai leaders della maggioranza (allora laburista). Il secondo aneddoto, riguarda al generale Montgomery il quale diceva un giorno a Churchill: “Io non bevo, non fumo, dormo molto, ecco perché sono in forma al cento per cento”. Risposta ineffabile di Sir Winston: “Io bevo molto, dormo poco e fumo un sigaro dopo l’altro. Ecco perché sono in forma al duecento per cento”.

(continua)

 

Smoking numero quattro anno sesto, 1980

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