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Le piccole cose che si fanno ma non si sanno

24 marzo 2023

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LE PICCOLE COSE CHE SI SANNO MA NON SI FANNO.

 

Per fumare bene e per conservare al meglio una pipa, bastano a volte piccoli accorgimenti che tutti conosciamo (o quasi) ma che non sempre applichiamo. Eccone, alla rinfusa, un sommario elenco.

Caricare correttamente è la condizione per un buon tiraggio e quindi per un’eccellente fumata, senza fastidiose interruzioni. Caricare il tabacco a pizzichi, i primi sono soltanto appoggiati all’interno del fornello, gli ultimi un po’ “pigiati”. E’ bene fare, prima di accendere, la prova del tiraggio, accertarsi cioè se c’è un normale passaggio d’aria!

Per chi trova, dopo la fumata, l’interno del fornello bagnato, è utile passare una “carota” di carta molto sottile. Si evita così l’assorbimento dell’umidità da parte del legno.

Analoga “carotina” di carta è consigliabile per la pulizia del cannello, nell’alloggiamento del perno. Si ottiene un buon risultato anche con uno scovolino doppiato, ma la carta è meglio. Addirittura migliori sono entrambi gli interventi, prima lo scovolino e poi la carta.

Prima di aprire una pipa bisogna assolutamente aspettare che sia ben raffreddata, altrimenti il rischio di rotture è elevato. Ricordarsi di compiere l’operazione tenendo il bocchino con tutta la mano (non due dita sulla punta!). Stesso criterio per reinnestare il bocchino.

Una pipa calda non va mai appoggiata su una superficie fredda, come vetro o marmo: si può crepare.

Evitare di rovesciare le pipe curve con camera raccogli-condensa. Il liquido può scorrere lungo il bocchino o arrivare al tabacco, andando così a inquinare la fumata.

Il dramma del bocchino che “forza”, che entra con molta fatica: si rimedia passando sul perno la grafite di una matita, eccellente lubrificante. Per i perfezionisti: paraffina. Più delicato l’intervento nel caso inverso: il perno del bocchino è “lento”. Qui si scalda con attenzione (a fuoco delicato o con acqua calda) il perno stesso, poi lo si sottopone a lieve pressione longitudinale per allargarne la sezione. Ma attenzione a non bruciare l’ebanite o il metacrilato!

Per pulire l’orlo superiore della pipa si imbeve un fazzolettino di carta con alcol alimentare (o grappa o whisky) e si strofina energicamente a palmo aperto, facendolo ruotare sul bordo della pipa. Non usare l’alcol denaturato (disinfettante) perché più aggressivo sul colore, senza considerare il pessimo aroma. Se si desidera avere il bordo sempre pulito, questa operazione è da fare piuttosto spesso, se non si è proprio bruciato il legno.

Scovolino che non scorre, che si impunta e si piega: tenere lo scovolino con le dita molto vicine all’imboccatura del bocchino e farlo ruotare, è facile che riprenda a scorrere.

Quando si preme il tabacco in corso di fumata per attivare la combustione, bisogna non limitarsi al centro del fornello, ma anzi insistere col pigino sulle zone intorno alla parete.

Sulla cenere i pareri sono divisi: chi la vuole eliminare tutta, chi la conserva completamente (s’intende in corso di fumata). Probabilmente vale l’aurea via di mezzo e conviene eliminare “il di più”, cioè quella parte di cenere che se ne va spontaneamente rovesciando la pipa. E’ un fatto, comunque, che senza il “cappello” di cenere il fumo risulta più caldo.

Anche la pipa più pregiata e costosa del mondo, a fumarla spesso senza ripulirla, puzza.

 

Smoking numero 1 anno decimo, 1984.

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