E ancora: “Al tocco guizzante di De Pisis il reale si tramuta nella materia impalpabile ella evocazione. Parigi o Venezia, una figura o un volto, un interno o una natura morta sono per l’artista non altro che spunti per elaborare atmosfere aeree e lievitanti, nelle quali, volta a volta, aderisce un palpito del cuore, la lirica tensione rubata all’attimo che fugge e che egli eternizza con spontanea immediatezza e felicità”.
Ma veniamo al volumetto “Fumatori”, e alle sue 47 pagine disegnate. De Pisis se lo fa preparare nel ’24 in Cadore, dove spesso passa lunghi periodi di vacanza con la madre. I disegni, molti a colori, illustrano tipi di fumatori, qualcuno con una collocazione storica. Quasi tutti sono commentati da una frase, da una battuta. De Pisis si divertiva spesso a disegnare figure o personaggi legati a un unico soggetto: il volumetto rientra appunto in questo filone, diciamo pure minore, della sua attività. Come ci è arrivato? Dobbiamo questa primizia al dottor Filippo Tibertelli De Pisis, nipote del pittore, figlio di un suo fratello che era avvocato e che gli ha fatto un po’ da amministratore. Con la più nota cugina Bona (che vive a Parigi, moglie di un famoso scrittore francese), è erede dei non molti beni lasciati dal pittore, qualche immobile, parte degli arredi, qualche dipinto, disegni. Curioso lascito: la raccolta di bastoni da passeggio, civetteria di De Pisis, alcuni strani, animati, con un carillon, un cannocchiale, con una fiaschetta per liquore. E molte pipe: di radica, di schiuma, chioggiotte. De Pisis fumava abitualmente la pipa e aveva una predilezione per quelle di terracotta. Alla luce di questo fatto i disegni acquistano ancora di più valore e significato.
I dottor Tibertelli De Pisis aveva 15 anni quando il grande pittore moriva. Lo ha dunque conosciuto poco, direttamente, ma sa tante cose di lui, per i discorsi fatti in famiglia e per la naturale curiosità intellettuale che lo ha spinto a occuparsi dell’illustre zio. Chi scrive ha involontariamente promosso un incontro tra lui e lo scultore Francesco Messina che del grande De Pisis è stato amico per molti anni. Dall’incontro sono scaturiti, a valanga, ricordi, rimpianti, aneddoti di scapigliatura artistica parigina, e lo stesso Messina ha scelto alcuni dei disegni pubblicati.
da Smoking 1983 di Giulio Alessandri.