CORNO, EBANITE O METACRILATO
Come i meno giovani ricordano, in epoche ormai lontane i bocchini venivano realizzati per lo più con il corno di bue. Questo materiale presentava alcuni vantaggi ma anche molti svantaggi. Il primo era del tutto soggettivo e costituito dalla bellezza del colore e della sua variegatura, quando il bocchino era ancora nuovo. Ma era difficile da lavorare perché soggetto a crepe e con l’uso assumeva colori decisamente sgradevoli; per non parlare del fatto che le materie organiche (l’osso, il corno ed il legno stesso) sono porose e quindi igienicamente rischiose, influiscono sul sapore del fumo e per tutto ciò non si usano più.
Quando insomma ci si rese conto che il corno aveva fatto il suo tempo si passò a escogitare un materiale alternativo. All’inizio del secolo, in Inghilterra, si fecero i primi esperimenti per sostituire il corno con l’ebanite. Da allora, questo materiale ha subito migliorie di carattere chimico-tecnico e rimane ancora di fatto il più diffuso. Altrettanto rivoluzionario è da considerarsi lo sviluppo del metacrilato, avvenuto (in Italia) nei primi anni del secondo dopoguerra, ad opera di Carlo Scotti, il creatore delle Castello. Esistono sostenitori accaniti dell’ebanite e sostenitori altrettanto accaniti del metacrilato. Quest’ultimo è più difficile da lavorare, è troppo “duro”, è “vetroso”, è “freddo”, “scivola” sui denti. D’alto canto si mantiene integro e lucido per un tempo indefinito, non è soggetto all’azione dei raggi ultravioletti o a quello di salive particolarmente aggressive, che provocano l’ingiallimento dell’ebanite, dovuto all’affioramento in superficie dello zolfo contenuto nella mescola.
Il componente essenziale per produrre l’ebanite è la gomma naturale, quella di qualità migliore, che arriva in Italia dalla Malesia sotto forma di smoked sheets, cioè lastre affumicate; alla gomma viene aggiunto zolfo, di produzione nostrana e si procede poi a versare la mescola in stampi di acciaio o alluminio. Successivamente si esegue la vulcanizzazione in autoclave, alla temperatura di 180 gradi, ottenendo così una polimerizzazione spinta. Quello che abbiamo a questo punto è un bocchino grezzo, che viene consegnato ai fabbricanti di pipe, i quali provvedono a montarlo e rifinirlo direttamente sulla testa di radica.
I sostenitori dell’ebanite sostengono che essa è più gradevole da addentare, è più elastica adattandosi meglio all’assetto mascellare, ma non parlano del difetto intrinseco di questo materiale: appunto, il suo progressivo ingiallimento. I produttori lavorano da anni a perfezionare le formule ma è sufficiente procedere ad una lieve abrasione superficiale delle parti ingiallite e l’ebanite riassumerà l’originale brillantezza. Più facile a dirsi che a farsi! Nessun fumatore normale è in grado di riportare il bocchino di ebanite alle condizioni originali. L’ebanite diventa lucida e brillante se trattata alla mola con vari tipi di paste, poi sottoposta alla ceratura. Da aggiungere che anche le mole devono essere di tipo diverso per il tessuto; non solo, girano a diverse velocità ed ognuna di esse non può assolutamente cambiare tipo di pasta. Dunque, meglio rivolgersi ad un negozio o ad un laboratorio specializzato.
Una precauzione che non ci stancheremo mai di raccomandare - e che vale sia per l’ebanite che per il metacrilato - è quella di non smontare mai il bocchino dalla radica a pipa ancora calda. I due materiali hanno un indice di dilatazione differente, quindi il pericolo di rottura è elevato, sia per il bocchino che per il cannello. Quando si fuma in maniera affrettata, per esempio,la pipa subisce un vero e proprio surriscaldamento, al quale le due parti che lo compongono reagiscono in modo diverso: questo può creare difficoltà nel punto di congiunzione.
Pochi poi applicano un’altra precauzione e cioè quella di impugnare il bocchino con tutta la mano al momento di toglierlo: in questo modo si sfila il perno senza imprimergli pericolosi movimenti di oscillazione, di su e giù. Sembra un consiglio banale, ma il non averlo seguito ha provocato più rotture di perni e di cannelli di quanto si creda.
Smoking numero 2 anno ottavo 1982; numero 4 anno ottavo 1982.