IL FILTRO DI BALSA
La polemica se la pipa debba o non debba (possa o non possa) essere munita di filtro è di quelle destinate a durare in eterno. Poi, che tipo di filtro o sistema ha (o avrebbe) lo scopo di trattenere residui indesiderabili del fumo? In Germania le pipe più vendute sono quelle con il foro interno del cannello (e del bocchino) da 9 millimetri che può agevolmente contenere qualunque tipo di filtro. Altrove non è così.
Un caso del tutto a sé è rappresentato dal legno di balsa, lanciato su grande scala dalla Savinelli. Qui non si può parlare di filtro, infatti il cilindretto di balsa è normalmente definito inserto. Anche i fumatori che considerano il filtro – metallico, chimico e via dicendo – un elemento estraneo alla semplice essenza della pipa, ammettono che con la balsa il discorso cambia. In effetti uno studio fu effettuato dalla Chemical & Environmental Technology Inc. in North Carolina per testare l’attitudine dell’inserto in balsa a trattenere catrame e nicotina del fumo di tabacco. I risultati furono incoraggianti, specie se il filtro veniva cambiato spesso, praticamente ad ogni fumata. Il tabacco testato fu l’americano Captain Black. C’è da dire, ad onor del vero, che lo studio fu promosso e finanziato dalla Savinelli stessa che poi produsse (e produce) l’inserto in balsa da 9 millimetri. Pur dovendo riconoscere la serietà scientifica della ricerca, dobbiamo però dire che nessuna indagine di laboratorio può sostituirsi al fumatore nel giudizio sul gusto e sull’aroma, nel senso di “aggiungere” qualcosa di estraneo al fumo di tabacco: ed è proprio questa la “colpa” che molti fumatori imputano ai filtri.
Proprio in Germania si sono create, fra i pipatori, due vere e proprie fazioni pro e contro il filtro. In altri paesi le pipe con tale accorgimento sono usate ma non nella misura tedesca.
Un libro di Paul Jung sui brevetti rilasciati in USA per le pipe del XIX secolo dà una buona idea di quel che è stato inventato in materia, anche se è difficile che molte “trovate” siano poi state realmente costruite. Le ditte Vauen e Denicotea in Germania ebbero un certo successo con cartucce rispettivamente di 8 e 8,6 millimetri La prima cartuccia-filtro da 9 millimetri fu posta in commercio nell’Ottobre del 1922. Fu originariamente usata nel bocchino per sigarette, dal momento che allora non esistevano sigarette con filtro; per le pipe non ebbe alcun successo. Fu soltanto dopo la pubblicazione del rapporto Terry nel 1964 che il filtro divenne più popolare fra i fumatori preoccupati per la salute e aiutò il passaggio dalla sigaretta alla pipa.
Tornando all’inserto in balsa ed ai nostri giorni, non c’è dubbio che il largo diametro del cannello- bocchino, necessario per ospitare il filtro da 9 millimetri, limiti la bellezza del design: per esempio esclude la possibilità di produrre eleganti modelli con canna ovale. Per la natura del filtro, il fumatore deve tirare più forte, così che la pipa si surriscalda ed è più facile bruciare il fornello. Il largo foro richiesto per l’inserto rende il tutto più fragile. Il fumo che passa per il filtro diventa sì più “dolce” ma perde qualcosa del suo aroma.
Qui, però, si entra nell’insondabile campo dei gusti individuali ed ognuno rimarrà insindacabile arbitro della propria scelta.
Smoking numero 1 1989; numero 2 1994.