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La pipa della pace

9 dicembre 2022

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LA PIPA DELLA PACE

 

Quando si dice che l’uso della pipa è indice di calma e di serena tranquillità per chi la fuma e per le cose che lo circondano l’affermazione trae origine e convalida da antiche usanze in voga tra i popoli indiani che attribuivano al fumo ed al tabacco virtù sacre attraverso l’uso di uno strumento cui gli europei dettero successivamente il nome di CALUMET DELLA PACE.

La storia vera di questo importante oggetto ci viene tramandata da padre Louis Hennepin, il missionario francese che nel 1678-79 partecipò alla spedizione di monsieur de La Salle per l’esplorazione del Mississippi. Oltre un secolo più tardi George Catlin, insigne storico degli usi e dei costumi dei Pellirosse, ne dette conferma durante la sua lunga permanenza tra gli indiani del bacino del Missouri, prima che l’immigrazione bianca raggiungesse l’ovest.

Egli così scrisse: è una gran pipa da tabacco, di pietra rossa, nera o bianca. La parte superiore è perfettamente liscia. Il cannello è solitamente lungo due piedi e mezzo, è fatto di canna o giunco, abbellito con ornamenti di tutti i colori ed intervallati da ciocche di capelli di donne. Ogni singole nazione orna il Calumet come meglio crede, a seconda degli uccelli che volano nel loro paese. Tale pipa è un salvacondotto tra tutti gli alleati del popolo che lo ha dato. In tutte le ambascerie il Calumet è portato come simbolo di pace…

Lo stesso Catlin descrisse dettagliatamente la cava di pietra di color rosso carico, intorno alla quale veniva rigorosamente osservata la “tregua di Dio”, dalla quale gli indiani traevano il materiale per fabbricare i fornelli delle loro pipe, che successivamente prese il nome di “Catlinite”.

Il Calumet assunse forme e fogge assai varie ma nella sostanza rimase composto di due parti fondamentali: il cannello ed il fornello: La forma più classica era quella di una T rovesciata terminante con un cannello lungo e dritto di legno forato o di canna giovane su cui venivano impressi disegni totemici con aggiunta di ornamenti quali penne, piume, fili di cuoio che assumevano aspetti particolari e facili segni di identificazione per le altre tribù, come le armature nel medioevo lo furono per i signori feudali.

L’uso del Calumet era per gli indiani un privilegio e costituiva la massima aspirazione, perché concedeva attribuzioni di coraggio e di valore. L’abilitazione infatti prevedeva un complicato cerimoniale all’interno di un ambiente chiuso, come in un moderno bagno turco, , ove l’associazione di pratiche mediche, magiche e religiose si concludeva con un bagno purificatore nelle gelide acque del fiume l’assegnazione dell’ambito Tomahwaks.

Ancora oggi, in alcune zone, viene rispettata l’antica tradizione in onore degli ospiti. Il Capo della tribù usa aspirare la prima boccata girando lentamente lo strumento seguendo il cammino del Sole, poi lo lascia passare di mano in mano a tutti i presenti, perché dal fumo possano trarre auspici di pace e sentimenti di fratellanza

Possa, alla stessa maniera, il fumo delle nostre non meno sacre pipe, estendere anche su questo agitato mondo una pacifica coltre di tranquillità.

 

 

Smoking, numero 2 anno 1 Giugno 1975.

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