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La pipa sabbiata

27 dicembre 2022

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LA PIPA SABBIATA – LA VENATURA CHE SI TOCCA

 

La pipa si può presentare in tre finissaggi, liscia, rusticata o sabbiata. Quest’ultima non è la sorella povera della pipa liscia, ha una sua precisa personalità e molti pregi: è bella, preziosa, leggera, fresca, disponibile.

BELLA. La possiamo anche definire pipa scultura e indubbi, evidentissimi sono i suoi valori plastici. Una bellezza “virile”, coi suoi muscoli in evidenza, con una reale impressione di forza. Ed è bella da toccare.

PREZIOSA. Il trattamento di sabbiatura corrode le parti più tenere e deboli della radica e porta così in rilievo la venatura. Una radica scadente si corroderebbe tutta sotto la pressione della sabbia: la pipa sarebbe piatta, impossibile formare un bel motivo di bassorilievo. Una pipa sabbiata non nasconde, è sincera come e più di una liscia, perché solo per una radica eccellente vale la pena di sabbiare: operazione fatta a mano, pipa per pipa e quindi costosa; con costante controllo del getto di sabbia per evitare deformazioni nella linea e per far risaltare la venatura naturale della radica, in certo senso la sua struttura. Non dimentichiamo che la radica ben venata è di solito più dura e robusta.

LEGGERA. L’eliminazione delle zone tenere di radica in superficie ne riduce il peso. Quel che si toglie con la sabbiatura non è buono o utile: è solo peso.

FRESCA. La superficie è quasi raddoppiata rispetto a quella di una pipa liscia di uguale misura. Maggiore è la superficie, come si sa, e maggiore è la dispersione del calore.

DISPONIBILE. Bisognerebbe inventare il termine “strapazzevole”. La sabbiata è meno delicata, non ha paura di colpetti, urti, graffi o scalfitture. Con l’andar del tempo e delle fumate, la pipa liscia si scurisce e scompare il piacevole contrasto delle venature. La pipa sabbiata, invece, la sua venatura se la tiene ben stretta e, anche col passare degli anni e delle fumate, non la abbandona mai, neanche in presenza di colorazioni scurissime o nere. In qualsiasi momento potete prendere la vostra pipa ed accarezzarla, magari anche ad occhi chiusi e “vedere” la sua bella, sincera venatura.

Purtroppo e per fortuna, la radica è un prodotto naturale e quindi, nella maggioranza dei casi, irregolare sotto tutte le variabili che la caratterizzano quali: disposizione delle fibre, loro compattezza, durezza, umidità residua, sapore e quindi anche eventuali impurità. Ecco quindi la necessità di sabbiare una pipa che il più delle volte sarebbe fumabilissima, anche se con qualche neo esteriore.

La tecnica: Un compressore di notevole potenza spara della sabbia per mezzo di una pistola fornita di un ugello ceramico di estrema durezza. L’operazione viene eseguita sotto una campana di vetro o all’interno di una “scatola trasparente” in cui entrano le mani adeguatamente protette. E’ fantastico come con questo processo la radica venga ad essere asportata proprio nelle sue parti più tenere, creando appunto quel gioco di rilievi che non è altro che un’evidenziazione tangibile della venatura. Sotto il getto della sabbia, la venatura della radica sembra uscire per miracolo dalla superficie del legno, materializzandosi in stupende fantasie di disegni. Gli artigiani hanno poi messo a punto tecniche molto elaborate per aumentare questo gioco di alti e bassi accentuandoli, ad esempio, con sabbiature alternate con sabbie di diverso materiale e grana.

Nulla di trascendentale quindi. Anzi, se vedeste l’effetto distruttivo della sabbia sparata ad alta pressione contro una radica scadente – e magari con qualche grossa “tana” - capireste quale garanzia di qualità e stagionatura rappresenti l’acquisto di una pipa con tale finitura.

 

 

Smoking, numero 1 anno 3;numero 1 anno 8; numero 1 anno 11.

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