LE FORME DELLE PIPE
Fare un discorso tecnico sulle forme della pipa richiede un po’ di coraggio. Se ne sono dette molte a tal proposito: abbiamo visto apparire e sparire nomi, modelli, abbiamo visto includere forme autonome in altre più diffuse e, viceversa, estrapolare leggere varianti da forme più classiche. A confondere ancor più le idee ha contribuito, come sempre, l’interpretazione italiana di termini inglesi. Per chiarezza, rimandiamo, in questo sito web, al seguente percorso: Pipe – A proposito di pipe – Modelli fondamentali. Qui abbiamo un panorama descrittivo abbastanza completo delle forme possibili, definendo “forma libera” qualsiasi altra, dall’inglese free form.
La distinzione fondamentale e imprescindibile, che rileva ai fini più propriamente tecnici del pipare, è quella fra “pipa dritta” e “pipa curva”. Questi due archetipi presentano diverse caratteristiche: la prima è per così dire universale, nel senso che si adatta alla maggior parte delle occasioni, è più sportiva, più pratica perché di più facile pulizia, più giovanile e dinamica. La seconda è più congeniale alla poltrona, pesa meno sui denti perché esercita un braccio di leva minore, è meno ingombrante anche se spesso più capiente, quindi è più comoda per lavorare, produce più condensazione perché obbliga il fumo ad insinuarsi fra le sue curve e quindi richiede più cura. Esistono ovviamente delle soluzioni intermedie che è nell’uso chiamare “semicurve”, direi anzi che ogni forma autonoma presenta una propria variante semicurva, tranne la “Cornetta” (o Woodstock) che non è concepibile né dritta né curva.
Qui saranno opportune ulteriori osservazioni riguardo ai sistemi di innesto, ai cannelli e ai bocchini. Quanto ai primi, distinguiamo “l’innesto a perno” che è il più comune (possiamo dire quello normale) e “l’innesto a flock”. In questo sistema il bocchino – dalla parte opposta al dente – termina lievemente a cono e viene innestato nel cannello predisposto per accoglierlo a tenuta. Generalmente la parte terminale del cannello è rinforzata da una ghiera di metallo, per cui la pipa si definisce army mounted. Tale sistema è naturalmente più elastico e quindi più robusto dell’altro, permettendo di smontare il bocchino anche a caldo, senza pericoli di rottura. Il cannello invece si presenta in diverse sezioni: tondo, ovale, quadro e, più raramente, triangolare. Ogni forma base può avere, in astratto, una variante differenziata per la sezione del cannello. Discorso simile vale per il bocchino che può essere “liscio” (taper) o “a sella” (saddle). Solo in un caso questa differenza vale a distinguere una forma dall’altra: la “Liverpool” ha il bocchino liscio, la “Lovat” a sella. Il materiale con cui è costruito il bocchino costituisce poi una generale distinzione. L’ebanite, o vulcanite è quello classico, più adattabile alla dentatura e quindi più comodo, Il metacrilato o plexiglass è più moderno e robusto. Il primo necessita di una maggiore manutenzione poiché tende ad ossidarsi, diventando opaco, il secondo è praticamente eterno, se non lo si mastica energicamente.
Le dodici forme classiche sono: Billiard, Bent, Apple, Pot, Canadian, Dublin, Woodstock, Oval, Lovat, Prince, Bulldog e Rhodesian. Abbiamo utilizzato qui la terminologia originale e quindi vi rimandiamo ancora alla sezione del sito in cui appaiono i disegni corrispondenti e le denominazioni correnti. A queste dodici forme possiamo forse solo aggiungere la “Oliphant” che è una Cornetta più slanciata e “sdraiata” e la “Tomato” che in fondo è una Galles o Prince più massiccia.
A parte le cosiddette forme libere, frutto dell’estro di qualche industria o artigiano, è giusto che l’individuazione di un nuovo modello dipenda dal successo dell’idea di un manifattore, tale da indurre altri ad imitarlo. Nel frattempo, dunque, è bene fermarsi ai dodici classici.
Smoking numero 2 anno sesto, 1980.