LE PIPE LISCE
La radica, in quanto frutto della natura, nasce e si sviluppa senza schemi preordinati, né la cura dell’uomo può modificarne la crescita. Gli abbozzi e le pipe, che sono i successivi prodotti ad opera dell’uomo, non possono che seguire ciò che la natura ha fatto. L’uomo può soltanto, se esperto, capace e corretto, valorizzare il buono ed eliminare il cattivo offerto dalla natura stessa.
La prima selezione avviene nelle segherie del ciocco. Si ottiene così una scala di qualità. Le fabbriche di pipe acquisteranno le qualità migliori o intermedie o basse, a seconda del proprio livello di produzione e dei propri mercati. (1).
Quando gli abbozzi arrivano alle fabbriche di pipe nascondono ancora, nel loro interno, le proprie caratteristiche, in quanto erano stati suddivisi in qualità per come si presentavano all’esterno dopo il taglio. Si sa che, pur lavorando il meglio, la percentuale di teste perfette è comunque bassa. Le imperfezioni, ovvero i piccoli o meno piccoli punti neri, si presentano su quasi la totalità delle teste tornite. La finitura più adatta (liscia, sabbiata o rusticata) è in funzione delle caratteristiche della venatura e del numero delle imperfezioni. Se una pipa ha una radica ben venata o con pochi punti neri è ovviamente una bella pipa, e la si può valorizzare con la finitura liscia e con un colore che ne evidenzi la bellezza. Il finissaggio sarà tanto più curato, e quindi costoso, quanto maggiore sarà il pregio rivelato dalla pipa.
Ci sono anche pipe lisce in cui si notano delle stuccature; e si notano, magari dopo attenta osservazione, solo quelle di una certa grandezza. Niente paura: queste stuccature non compromettono la bontà della pipa, come non modificano le tecniche di base con cui la pipa è stata realizzata. E’ soltanto una pipa che costa un po’ di meno. Se la radica è di buona qualità ed il difetto non ha una gran profondità, invece della stuccatura, si potrà procedere alla sabbiatura o alla rusticatura della testa. Diverso è il discorso per un’altra caratteristica del legno di radica: quella che in gergo viene chiamata il “liscio”, ovvero quella zona in cui, invece della vena o della grana, si vede una scialba uniformità di fibra, quasi una macchia scura. Questo significa che quel singolo abbozzo è stato ricavato anche da una zona vicina al fusto: in altre parole, quell’abbozzo è composto anche di legno normale e non unicamente di nobile radica. Paradossalmente proprio queste zone “lisce” sono di norma prive di difetti. Quindi è meglio una pipa con bella venatura o grana e con stuccature non evidenti che una pipa “sana” ma senza vena. In quanto a bontà, quando la pipa verrà fumata, le pipe perfette come venatura e prive di stuccature danno le stesse garanzie d’uso di quelle non così perfette. Le prime sono soltanto molto rare e per conseguenza costose.
Non consideriamo nemmeno le sbrigative spruzzature di vernice poliestere sulla superficie della pipa con le quali alcuni produttori sostituiscono i procedimenti poi descritti. Così una pipa appare brillante ma risulta innaturalmente vetrosa al tatto. Difetto sostanziale che peserà sul rendimento: ha perduto tutta la sua porosità. E’ praticamente della radica soffocata da uno strato di plastica che oltretutto sarà persistente nel tempo.
Ritorniamo ora ai processi di lavorazione di una pipa liscia di buona qualità: 1) La pipa viene passata manualmente con carta o tela abrasiva di grana ogni volta più fine. La carta o tela viene montata su dischi di diversi diametri e curvature in modo da aderire in maniera morbida ai piani e alle curvature delle diverse zone della pipa. L’insieme di queste lavorazioni comporta che ogni singola pipa deve essere presa in mano da venti a venticinque volte. 2) la fase successiva è la coloratura. In relazione al colore finale che si vuole ottenere o al contrasto più o meno accentuato che si vuole determinare tra vene chiare e vene scure, si danno al legno da due a cinque mani di colore, con intervalli di tempo sufficientemente lunghi. 3) fra una mano di colore e l’altra, le pipe vengono ripassate con speciali mole di cotone leggermente abrasive, le quali tolgono dalla superficie del legno il colore eccedente, lasciando soltanto quello già penetrato. I produttori più sbrigativi trascurano questo importante procedimento. 4) Il fissaggio del colore è ottenuto con segretissimi processi di alchimia artigianale e garantisce che il colore stesso rimanga incorporato nel legno, senza sporcare le mani del fumatore. 5) la ceratura finale dà un piacevole senso di brillantezza.
Questa ceratura, dopo le prime fumate ovvero al contatto della mano, scomparirà rendendo il legno leggermente opaco, ma senz’altro più bello e “naturale”.
(1). La classificazione internazionale è la seguente:
AB – raggruppa le teste assolutamente perfette e senza puntinature. Devono inoltre presentare un’eccellente venatura con fiamma e/o occhio di pernice.
C – le teste di questo gruppo devono avere le medesime caratteristiche di venatura del precedente, ma ammettono qualche piccolo punto nero (che potrebbe anche essere eventualmente stuccato).
XA – anche in questa categoria la venatura deve essere ad alto livello. Soltanto alcune piccole imperfezioni o tarette del legno sono ammesse e successivamente stuccate. Sarà comunque difficile, a pipa finita, vedere le stuccature, in quanto poche e piccole.
XF – la venatura può presentare qualche zona meno compatta; ammesse alcune stuccature purché non grandi ed in piccolo numero.
II – le teste di questo gruppo hanno una venatura ancora discreta, qualche volta anche buona. I difetti del legno comportano un certo numero di stuccature, che peraltro devono essere superficiali e non troppo evidenti.
III – Vi sono teste con imperfezioni di una certa evidenza, e teste con meno imperfezioni, ma con scarsa venatura o con “liscio”.
IV – a questo livello non si dà più importanza alla vena, in quanto il numero delle tare ne annulla qualsiasi eventuale caratteristica, anche se buona.
V – sono teste con grossi ed evidenti difetti, tali da poter compromettere il buon uso della pipa. In periodi di crisi energetiche possono trovare ottimo impiego nella stufa.
Usando la più selezionata, rara e costosa radica, quella che nel mercato degli abbozzi viene chiamata extra-extra (le altre sono extra, prima, misto, seconda), si ottiene una resa che può essere percentualmente così suddivisa: AB 0,2%; C 3%; XA 15%; XF 20%; II 25%; III 15%; IV 10%, V 7%; rotte o scarto 5%.
Smoking numero 4 anno settimo 1981.