Fumare è un bere asciutto
Da un libro, Il paradiso il gusto e il buonsenso (una storia dei generi voluttuari) di Wolfgang Schivelbusch, 1978.
“Dei generi voluttuari introdotti nella cultura europea all’inizio dell’età moderna, il tabacco è certamente il più bizzarro. Esso porta con sé forme di consumo completamente nuove. Sotto questo aspetto, caffè, tè, cioccolato sono meno rivoluzionari. (…) almeno la forma in cui si gustano è familiare. Per quanto invece si fa col tabacco, per lungo tempo viene a mancare un vocabolo proprio. La parola “fumare” si afferma nell’uso corrente solo durante il XVII secolo. Fino a quel momento ci si aiuta con l’analogia del bere e si parla di “bere fumo” e “bere tabacco”. Ancora nel 1658, il predicatore e scrittore gesuita Jakob Balde pubblica la sua satira contro il fumo con il titolo L’ebbrezza asciutta.”
L’analogia col bere ha anche un certo fondamento farmacologico. La nicotina si può paragonare nei suoi effetti più all’alcool che alla caffeina. La nicotina non stimola il sistema nervoso, lo calma. Il paragone del tabacco con l’alcool rimane valido anche quando si considerino gli effetti sgradevoli che esso provoca sui principianti: senso di vertigine, vomito e sudorazione sono gli effetti dei primi approcci col fumo. Solo con l’abitudine si riesce a gustarlo.
“Quando nel XVII secolo il fumare viene inteso come “bere asciutto”, con ciò si intende qualcosa di più della semplice assunzione del termine per analogia col bere, dovuta alla forma bizzarra col quale lo si gusta. La caratteristica “secco-asciutto” stabilisce un collegamento sottile con l’altro genere di consumo voluttuario nuovo, il caffè.
La medicina del XVII e XVIII secolo descrive il caffè come una sostanza secca la cui maggiore proprietà è quella di asciugare i fluidi corporei delle persone. Questa credenza si fondava sull’antico schema medico dei quattro fluidi corporei e dei quattro temperamenti umani. In modo del tutto analogo, la medicina del XVII e XVIII secolo vede gli effetti del tabacco (…) come il caffè anche il tabacco prosciuga un fluido corporeo particolare, il muco.
L’effetto del tabacco viene definito con termini come tranquillità, comodità, concentrazione.
Vengono poi citate le parole di un medico del periodo, Kurt Pholisch “Per quanto riguarda gli aspetti motori, farmacologici e psicologici, il fumo procura buonumore, disposizioni d’animo dalle sfumature più diverse e stimolo per i lavori di concetto, una gradevole tranquillità, una paciosa mancanza di desideri, una piacevole socievolezza”.
Fumo e lavoro di concetto sono un binomio strettamente unito già per gli autori dei secoli passati: inoltre il fumo è un’attività che previene e combatte tutti gli inconvenienti della vita sedentaria. “Nel fumo, l’uomo che ormai lavora di concetto scarica le energie superflue, quelle energie fisiche ormai diventate disfunzioni che invece l’uomo pre-borghese eliminava col lavoro fisico, con la caccia, con i tornei ecc”
“Lo sviluppo della civiltà europea negli ultimi tre secoli è stato caratterizzato anche dalle forme con le quali si fumava. La funzione di base, calmare e concentrare, è rimasta; mutate sono invece le forme con le quali essa si è realizzata. Nel 600 e 700 la pipa è lo strumento principale con il quale si fuma. All’inizio dell’800 viene ad aggiungersi il sigaro, mentre la sigaretta arriva nella metà dell’800; e accelerazione è il termine che ci serve. L’accelerazione, forse, è in assoluto il termine caratterizzante l’epoca moderna. L’industria produce sempre più beni in un tempo sempre minore, e gli uomini consumano questa marea continuamente montante di beni con pari velocità. (…) Nella storia del fumo questa fretta si manifesta nella semplificazione e nell’abbreviazione dei processi usati per fumare. (…) Mezzo secolo dopo la comparsa del sigaro, il processo di accelerazione si rinnova ancora con la sigaretta. La lunghezza di una sigaretta, nuova unità di tempo informale, si differenzia da una lunghezza di sigaro come la velocità di una carrozza postale da quella di un’automobile. La sigaretta rappresenta un concetto di tempo diverso da quello di un sigaro.
E sull’importanza politica del fumo, si nota che il sigaro era strettamente legato al fatto oggettivo che i sigarai erano l’avanguardia militante del movimento operaio del tempo. Furono essi a fondare in Germania il primo e più radicale sindacato. “Curioso fu poi il cambiamento della simbologia del sigaro che divenne status symbol dell’imprenditore capitalista”
SMOKING DICEMBRE 1988