Come scegliere...

COME SCEGLIERE

Prima di tutto bisogna scegliere il rivenditore giusto, serio, di cui possiamo fidarci. Come si è detto, è giusto che una pipa debba appagare l’occhio, ma badate che sia equilibrata nelle forme, bilanciata nel peso, impeccabile nelle finiture. Riflettete su “come” e sul “dove” la fumerete più spesso, per adeguarvi forma e dimensione. Diffidate degli eccessi, nella grandezza come nella verniciatura. Chi ha tante pipe può concedersi capricci e cedere alle forme bizzarre, chi ne ha poche vada sul regolare.

Le curve e grosse sono pipe da poltrona, da distese e placide serate. Le lunghe vanno bene alla scrivania, le corte e tozze danno fumo caldo ma sono comode da portare in giro. La pipa dritta e classica, non impegnativa, è facile da caricare e da pulire. La curva pesa meno sui denti, ma raccoglie più umidità, vuole un fumatore esperto, è più difficile da pulire e da asciugare. La grossa, dalle pareti spesse, dà fumo fresco e asciutto, ma ovviamente può stancare le mascelle. La troppo piccola e sottile di parete si scalda e provoca condensa, anche se può far comodo per brevi fumate. Insomma, ogni pipa ha le sue caratteristiche e dà risultati diversi. Bisogna tenerne conto. Senza considerare che ognuna ha la sua propria personalità, ma questa viene alla luce dopo.

Per chi comincia, pipa dritta, regolare, di media dimensione, di medio costo. Siccome è bene cominciare con due (la pipa vuole i suoi riposi, soprattutto per asciugare), una può essere a finitura liscia, l’altra sabbiata. Questa è meno delicata, più leggera e disperde il calore su una superficie maggiore. Si sporca meno.

C’è chi diffida delle sabbiate. Ha torto. Una radica scadente non sopporterebbe questo processo (un getto di microsfere sintetiche che erode le parti meno dure e porta in rilievo venature e nodi). Se la sabbiatura cancella qualche piccolo difetto, niente di male: punti neri, fessurine superficiali non incidono sulla bontà della radica ne sulla resa della pipa. Lo stesso si può dire delle stuccature, quando non siano estese e non vanno in profondità.

E la fiamma? E l’occhio di pernice? I disegni regolari, uniformi e compatti del legno sono evento raro. E la rarità si paga. È giusto chiarire che si paga un valore estetico, non sempre e non obbligatoriamente legato alla “resa”. È quasi certo che una bella “fiammata” (fornello venato con linee dritte, verticali, ravvicinate che partono da un fondo marezzato a occhio di pernice) darà eccellenti fumate. Ma non è detto che una pipa con un disegno meno eccezionale, meno “geometrico” e regolare, purché sufficientemente compatto e “vivace”, non dia fumate altrettanto eccellenti. La differenza è che la prima può costare dieci o persino venti volte di più.

Il bocchino classico è di ebanite, ovviamente nera. È diffuso l’uso del metacrilato (anche colorato) che ha il pregio di restare sempre lucido e brillante ma che qualcuno sente un po’ “duro” fra i denti. Qui la scelta l’hanno già fatta i produttori adottando l'uno o l’altro materiale.
Share by: