Glossario


GLOSSARIO

Abbozzo – È il “pezzo” di radica sagomato da cui si ricava la pipa. Due i tipi fondamentali: “marsigliesi" per le pipe dritte, “rilevati” per le curve.

Accelerare – Il rodaggio no, mai. Il tiraggio qualche volta si: quando, verso i due terzi della fumata, si attacca la parte più umida del tabacco, è utile qualche boccata più energica e frequente

Accensione – Fiammiferi di legno o accendini a gas. Accendere con cura, su tutta la superficie. Se il tabacco si solleva, premere e riaccendere. Due fiammiferi e un colpo di pollice sono la tecnica classica per i fumatori incalliti…

Acqua – Se una pipa ci cade dentro, basta lasciarla asciugare a lungo.

Acquerugiola – È l’umidità che si forma nella pipa. Si può facilmente evitare.

Alcool – Si usa solo per pulire, come solvente. Che non sia denaturato.

Apple – Nome inglese della pipa di modello boccetta.

Army mounted – Pipe con il bocchino a innesto diretto (a “floc”, a baionetta) nel cannello, senza perno. Robustezza e minore rischio di fratture del cannello i vantaggi.

Asciugare – È utile se il tabacco è troppo umido. Basta lasciare la confezione aperta per un po’, il tabacco si secca. Anche le pipe devono asciugarsi, il riposo serve a questo. Mai chiudere le pipe in un cassetto, devono respirare, prendere aria.

Aspirare – Nel senso di inalare, mandare giù il fumo fin nei polmoni: non si fa assolutamente. Con la pipa il fumo si assapora tra bocca e naso.

Bacio – Il suono lieve delle labbra che si staccano dal bocchino prima di far uscire il fumo.

Bambù – Usato per il cannello di certe pipe.

Battere – Non farlo, neppure contro il tacco della scarpa. Mai tenendo la pipa per il bocchino, fa da leva.

Bent – Termine inglese generico con cui vengono indicate le pipe curve.

Bevelled – Smussato: con riferimento agli spigoli delle pipe quadre.

Billiard – Inglese, significa diritta, classica. Con le sue varianti, è la forma di pipa più diffusa.

Blend – Ancora inglese: si usa per indicare mescolanza di vari tabacchi.

Bocca – Mai tenere la pipa in un solo punto. È opportuno passarla da un angolo all’altro, per evitare che il contatto diretto prolungato provochi qualche irritazione.

Boccate – O tirate. Calme, leggere, un ritmo dolce. Sono il segreto di una buona pipata. Il momento magico è proprio quando il fumo arriva sulla lingua a piccoli fiocchi tiepidi e saporiti.

Boccetta – La pipa detta apple in inglese. Modello con testa rotonda, sferica, può essere curva, dritta, semicurva.

Bocchino – Può essere di forma dritta, curva, liscia o a sella. A sezione rotonda, ovale, diamante, quadrata, rettangolare. Con o senza perno.
La manutenzione è facile: se forza, lubrificare con grafite di matita tenera. Se balla, passare ripetutamente il perno sopra una piccola fiamma e premerlo con forza contro una superficie dura. L’ebanite ammorbidita dal calore s’ingrossa fino allo spessore desiderato. Immergerlo subito in acqua fredda per raffreddarlo e mantenere lo spessore. La patina giallastra si elimina con apposita pasta abrasiva, da usare subito e con regolarità. Per l’ossidazione poco da fare. Il bocchino non è eterno, l’ebanite si buca, c’è chi lo mastica. Non temete, si può riparare e, se serve, sostituire.
La pulizia per l’interno si fa con lo scovolino e un liquido solvente: la grappa è il più naturale, molto efficace. 
Borse – Per tabacco. Devono essere rivestite internamente di materiale impermeabile, inodore, che non si altera per il freddo, il caldo, l’umidità. Le più preziose hanno l’esterno in pelle, le più economiche in plastica, le ecologiche in eco-pelle. Devono essere morbide, del tipo che si ripiega, che consentono facile caricamento della pipa, contenendo contemporaneamente fornello, dita per reggerlo e per caricarlo. La borsa è utile per trasportare il tabacco, per conservarlo in condizioni di freschezza.

Bowl – La testa della pipa o il fornello, in inglese.

Briar – È la radica in inglese.

Bruciata– (pipa) Entro certi limiti i fabbricanti sono disposti a cambiarla. Difetto del legno a parte, la causa è una sola: surriscaldamento. Se la pipa scotta fra le dita, rallentare il ritmo e ridurre l’energia delle boccate.

Bruyere - La radica in francese.

Bulldog – nome inglese della pipa che noi chiamiamo quadra.

Burley – Tipico tabacco di gusto neutro, si mescola facilmente con ogni altro. Base generosa di molte miscele americane, è buono anche da solo, blando nel carattere ma pieno nel corpo. Brucia bene ma lentamente. La foglia di Burley è grande bevitrice, cioè ha capacità di assorbire notevoli quantità di aromatizzanti.

Cake – È il “pane” di tabacchi compressi da cui si tagliano le “fette”.

Canadese – Uno dei modelli fondamentali di pipa, caratterizzato dal lungo cannello. Il rapporto tra legno ed ebanite, cioè tra cannello e bocchino, è rovesciato rispetto alla dritta classica.

Caricare – Con ordine e calma, a piccole prese, con pressione gradualmente crescente. Meglio una carica morbida che una troppo serrata. Comprimere di più il tabacco di taglio grosso, lasciare sciolto quello umido. Bisogna permettere un buon tiraggio, il giusto passaggio d’aria.

Cavendish – Non è un tabacco, è un procedimento di lavorazione applicato a vari tipi di tabacchi, specialmente di Virginia. Il trattamento prevede impiego di zucchero, rhum, acero, cioccolato, liquirizia, miele, essenze di frutta… È un tabacco pressato, doppiamente fermentato, di taglio sottile. I vari tipi sono dolci, morbidi, di aroma pieno, ottima combustione. Mescolati, aggiungono dolcezza e aroma a ogni miscela. A volte pizzicano la lingua.

Cenere – L’ideale, a fumata terminata, è che ne resti un po’ sul fondo del fornello. Asciuga la pipa, assorbe l’umidità, ma succede di rado, troppo complicato. Durante la fumata la cenere fa da filtro all’aria e collabora a regolare la combustione. Sotto la cenere il fuoco “cova”, come deve. Se è troppa, eliminare soltanto quella che esce da sola rovesciando il fornello.

Cera carnauba – Prodotta in Brasile. Non lascia odore. È dura, difficile da applicare e da tirare per la lucidatura. Superati gli ostacoli lucida il fornello.

Chimney – Camino, fornello.

Chubby – Tozza, pienotta: variante di una forma classica di pipa.

Churchwarden – La pipa più lunga in circolazione. Il nome significa letteralmente “guardiano della chiesa”.

Ciocco – È il legno grezzo per pipe, l’escrescenza che si forma sotto terra nell’apparato radicale dell’Erica Arborea. Può pesare mediamente una ventina di chili.

Clima – I fattori climatici influiscono sulla resa. Ha miglior gusto in tempo umido, con la canicola è meno gradevole. Il vento rende troppo veloce la combustione.

Corn cob – Letteralmente significa “pannocchia di granoturco”. Per estensione è il nome dato alle pipe realizzate con questo materiale. Di origine nordamericana, molto diffusa.

Cornetta – Un altro dei modelli fondamentali di pipa. Semicurva, leggera, elegante. In inglese, Woodstock.

Curapipe – Accessorio indispensabile. Pulisce, stura, svuota, gratta, e, soprattutto, ci pressiamo il tabacco per regolare il tiraggio.

Curly cut – Taglio del tabacco, a spirale, a rondelle.

Curva – Pipa da buoni fumatori. Pesa meno sui denti, è più bilanciata, dà fumo fresco. Va d’accordo con tabacchi robusti, meglio se un po’ secchi. Si inumidisce molto più delle dritte, quindi è più difficile da fumare fino in fondo. Esige maggiori cure, pulizie attente, lunghi riposi.

Curva classica – Un altro dei modelli fondamentali.

Curva quadra – In inglese: bent bulldog. Il fornello è un po’ più basso della sua omonima diritta. Bocchino a sella. La variante più nota è la bent rhodesian.

Cut – È il taglio del tabacco in inglese.

Dente – Il risalto terminale del bocchino. Di solito si preferisce basso.

Diritta classica– Billiard in inglese. È la forma base più utilizzata, una delle forme fondamentali, adatta ai principianti.

Dolce – I tabacchi dolci fanno pizzicare la lingua. Non sono adatti ai principianti.

Dublino – Modello di pipa a testa piuttosto alta, conica, a volte leggermente inclinata in avanti.

Ebanite – Materia d’elezione per fabbricare i bocchini, è para vulcanizzata. Diverse le qualità, non sempre eccellenti. Per l’ossidazione dello zolfo contenuto, tende con il tempo ad ingiallire, soprattutto se lasciata al sole. In questo caso la pasta abrasiva non fa miracoli: si deve ricorrere alle macchine pulitrici.

Erica arborea – Nome latino di un arbusto, tipico della macchia mediterranea. Nel suo apparato radicale si forma il ciocco da cui si estrae la radica per fare le pipe.

Fiamma – vedi venatura.

Filtri – Di metallo, di balsa, di carta, a carbone, a sale. Alcuni funzionano meglio, altri peggio. Tra i vantaggi il raffreddamento del fumo, una minima protezione contro sostanze nocive. Ma forse il filtro migliore è la moderazione nel fumare e farlo sempre con una pipa pulita e fumata bene.

Fish tail – Coda di pesce: così finiscono molti bocchini per assicurare un appoggio maggiore, si allargano. Detta anche coda di rondine.

Flake – Vuol dire fiocco, lamina, scaglia. Tipo di taglio per tabacchi doppiamente pressati, doppiamente fermentati e poi tagliati, fatti a fette. Da aprire, da sfogliare prima dell’uso. Simile è lo sliced.

Flavour - termine che associa varie sensazioni gustative e olfattive del tabacco: gusto, aroma, fragranza, sapore.

Floc – vedi army mounted

Fondiglio – Miscuglio di tabacco umido, cenere e residui di combustione che si può formare sul fondo del fornello. Meglio buttare.

Foro – Se è quello del bocchino, da cui esce il fumo, è meglio che non sia un foro. Deve essere un taglio, ovale schiacciato o rettangolare, in modo che il fumo non si concentri su un punto della lingua. In alcuni modelli il foro è rivolto verso l’alto.

Galles – Altro modello fondamentale. In inglese prince. Ha qualche affinità con la boccetta, ma si distingue per la testa più bassa, schiacciata, di lunghezza e slancio maggiore. Dritta o semicurva.

Ghiera – O vera. Nelle pipe army mounted serve a dare robustezza al punto di congiunzione tra cannello e bocchino. Ce ne sono molte d’argento e qualcuna d’oro. Alcune vere servono a rinforzare un cannello debole, troppo sottile, a rischio frattura.

Grattapipe – O alesatore. Strumento, a misura fissa o variabile, per eliminare gli eccessi nella crosta di carbone. Lo spessore ottimale è di un millimetro.

Gusto – Il gusto si può sviluppare, creare. Per la pipa come per i vini, la buona musica e la buona cucina.

Imboccatura – Del bocchino, ovviamente. Il suo spessore non può essere inferiore ai 4 millimetri, dato che il foro (taglio) è largo tra 1mm e uno e mezzo. Uno spessore minore resisterebbe poco alla pressione dei denti. La sezione ovale molto appiattita è la più confortevole. La sezione rettangolare dà la sensazione di un maggiore spessore. La larghezza al labbro può arrivare fino ai 20 mm, ma mediamente sta intorno ai 12- 14.

Imposta - Componente fondamentale del tabacco. Caratteristica: è pesante.

Kentucky – Qualità scura del tabacco Burley, ottenuta con cura ad aria. Non è molto pregiato, nelle miscele serve a dare corpo.

King size – la “misura grande” di una forma classica di pipa.

Latakia – Tabacco di origine siriana. Il nome viene dalla città nei dintorni della quale fu scoperto. Oggi è coltivato anche a Cipro. Ha un sapore intenso, un profumo tipico di affumicato, torbato. Di colore nero, è grasso, pesante, infumabile da solo, ma i temerari non mancano. È il tipico tabacco da condimento, lega bene con tutti gli altri ma “ammazza” quelli aromatizzati. È incompatibile con quelli insaporiti da essenze di frutta. La quantità consigliata per le miscele non deve superare il quindici per cento, ma adesso che la qualità generale è scaduta le percentuali possono aumentare fino al cinquanta.

Lingua – Grossa, irritata, dolorante, pizzica quando al mattino ci laviamo i denti… È lo scotto che paghiamo da principianti. Poi impariamo, o la lingua ci fa il callo. Un appello ai principianti e non: evitate il fumo troppo caldo.

Liquidi – I soli elementi liquidi compatibili con la pipa sono, nell’ordine, vino, grappa, cognac e, con qualche riserva, whisky.

Lovat – Modello fondamentale di pipa: la testa è quella della diritta classica, il cannello più lungo. Bocchino corto e a sella.

Malanni – Senso di saturazione, stordimento, nausea. Cambiare miscela se si tratta di incompatibilità con il tabacco. Bisogna alleggerirne il corpo. Il tipo di miscele può essere responsabile anche dell’infiammazione alla lingua e al palato. Ma se carichiamo male, se accendiamo male, se tiriamo male, troppo forte o troppo in fretta, la responsabilità è nostra.

Marasca – Ciliegio selvatico. Una volta molto diffuse, le pipe di questo legno esistono ancora. Danno un fumo leggermente aromatico, non sono molto resistenti. Si continuano a produrre cannelli di marasca.

Maryland – Cresce ovviamente nello stato nordamericano con lo stesso nome, ma se ne coltiva anche altrove, pure in Italia. Dopo la cura all’aria ha colore giallo-ocra, chiaro, un gusto discreto, tale da poterlo miscelare facilmente. Per le eccellenti qualità di combustione e per il sapore neutro e leggero può correggere miscele che bruciano troppo velocemente o miscele troppo forti.

Mat – Opaca, di finitura.

Meerschaum – Nome originale tedesco della “schiuma di mare”, materia pregiata per pipe. Di schiuma sono le più preziose pipe da collezione. Oggi è una nobile decaduta.

Memoria – Ci sono pipe che ricordano a lungo il tabacco usato nel rodaggio. È un sapore di fondo che può essere non spiacevole.

Metacrilato – Materia sintetica, per bocchini. Mai usare i solventi per pulirli.

Morchia – Qualcuno chiama così la poltiglia che può formarsi sul fondo del fornello e nel cannello.

Morire – In Francia si dice di uno che è morto: Il a cassé sa pipe. Gli anarchici marchigiani dei tempi romantici avevano un bellissimo, poetico saluto per il compagno morto: “Che la terra ti sia leggera come il fumo della pipa”.

Narghilé – La più nota e classica pipa ad acqua. Se ne fabbricano anche in Italia. La parola significa “noce di cocco”.

Naso – Passare il fornello caldo della pipa sulle narici è un sistema per lucidare la radica. Può servire anche il naso altrui.

Navy cut – Il “taglio marino” di oggi è in pratica simile ai flakes, soltanto più lungo. Come tutti i tabacchi pressati ha un tasso elevato di umidità.

Occhio di pernice – Tipo di marezzatura della radica. Molto pregiato quando la grana, la fibra del legno, è compatta, uniforme, senza vuoti. Di solito è visibile su due lati del fornello, rarissimo tutt’intorno. È la fiamma tagliata di traverso.

Old root – Letteralmente: vecchia radice. È una delle tante definizioni abbastanza generiche usate dei fabbricanti per distinguere le varie serie di pipe.

Oom Paul– La più curva delle pipe curve. La chiamano anche “a scacchiera”, ma forse intendono da scacchiera.

Opinioni – Tutto quello che si dice in queste pagine. Non ci sono leggi indiscutibili, c’è grande varietà di pareri.

Ovale – Altro modello base: il nome spiega bene di che pipa si tratta.

Pelle – Il fornello si scurisce all’esterno anche grazie al contatto con la mano: la pelle contiene grasso che si scioglie col calore.

Perique – Altro tipico tabacco da condimento. Tempi della guerra d’indipendenza americana: il francese Pierre Chenet osserva incuriosito i sistemi di preparazione del tabacco usati dagli indiani della Luisiana, una specie di spremuta: schiacciano le foglie e le lasciano fermentare nel loro stesso succo. Il tabacco che ne esce ha colore marrone scuro, quasi nero, molto umido, un aroma penetrante, unico, un sapore speziato, forte e morbido allo stesso tempo. Chenet ha il merito di migliorare il metodo, e per questo il tabacco, in suo onore, verrà chiamato Perique, diminutivo di Pedro. Il Perique è un tabacco misterioso, strano: cresce soltanto in una piccola zona della Luisiana e resiste a tutti i tentativi di coltivarlo altrove. Richiede più di un anno di lavorazione. È un ottimo condimento per le miscele, facile a sposarsi con gli altri tabacchi, a cui dona profumo e aroma. Non esagerare con le proporzioni.

Perno – O spina: la parte più delicata del bocchino e forse dell’intera pipa. Quando una pipa cade di solito si rompe il perno. È una parte che si sporca con facilità e abbondanza.

Pigino – Termine familiare per curapipe, ne indica la funzione principale di regolatore del tiraggio.

Pipa nuova – Delicata. Caricata a metà per le prime volte non si surriscalda il fornello. Si forma lo strato di carbone nella parte più difficile, il fondo. Si evita che la formazione del carbone nella parte superiore lasci più larga la parte bassa, cosa che provoca condensa, umidità. Siate gentili, pieni di premure, coccolatela.

Pipa vecchia – Onore e piacere del fumatore. Trattatela bene, rispettatela: che sia pulita, che non puzzi, che non abbia nel fornello due dita di carbone. Nessun fumatore degno di questo nome ha il coraggio di buttarla.

Pipe cleaner – Lo scovolino in inglese.

Placca – Una specie di abbozzo di radica, molto più largo dei normali, da cui si ricavano pipe speciali, realizzate completamente a mano da artigiani di eccellente qualificazione. Sono pipe molto richieste.

Plug – Tavoletta compressa di tabacco da masticare.

Portapipe – O rastrelliera. Conservare le pipe con il fornello in basso.

Posapipe – A uno o più posti, per appoggiare momentaneamente la pipa, anche in corso di fumata. Mai poggiare la pipa calda su una superficie fredda tipo marmo o vetro.

Pot – Modello di pipa parente della Billiard, con testa più bassa e più larga, pareti più spesse, bocchino liscio o a sella.

Preparazione – La pipa di radica è pronta, non occorre prepararla con nessun trattamento, con nessun intruglio, meno che mai alcolico.

Primi acquisti – Per cominciare, due buone pipe di prezzo medio, curapipe, scovolini, un tabacco leggero ma non dolce, non troppo aromatico, pizzica la lingua. Anche dieci scatole di fiammiferi.

Primi giorni – Il principiante non fumi la pipa più di due o tre volte, meglio dopo mangiato. Il già fumatore alterni la pipa nuova con le vecchie, per evitare di sfiancarla.

Prova tabacco – Abbiamo tutti una vecchia pipa, onesta, che serve per provare i tabacchi e da responsi di assoluta fedeltà.

Pulizia - _Indispensabile, è facile. A fumata finita, svuotare il fornello servendosi del curapipe, con delicatezza. Eliminare cenere e residui di tabacco. Soffiare energicamente nel bocchino, passare due o tre volte lo scovolino. Senza aprire la pipa, operazione pericolosa quando è calda.

Quadra – Quadro, in vero, è il cannello. La testa di questa pipa ha la forma di un uovo decapitato. Modello di base, chiamato bulldog in inglese.

Raffinatezza – Ogni pipa ha la sua destinazione, la sua faccia, il suo momento, il suo luogo.

Raffineria – Nel gergo degli addetti ai lavori è la fabbrica di pipe.

Ready rubbed – Significa già sbriciolato, già aperto. Si tratta di tabacchi pressati (dei tipi flakes o simili), sciolti prima di essere impacchettati. Si compie in fabbrica l’operazione che spetta al fumatore prima di mettere nella pipa una fetta o una rondella di tabacco pressato.

Relief grain – La venatura in rilievo, che si può toccare: si ottiene con la sabbiatura.

Resistere – Il principiante deve. Sarà premiato.

Rhum – Va bene per umidificare i tabacchi di tipo cavendish, aromatizzati con lo stesso liquore o simili. Se si vuole soltanto maggiore umidità, meglio l’acqua.

Riaccendere – Si può fare, senza preoccupazione. Mai quando la pipa si è raffreddata: fuma amara, meglio svuotare e partire con un’altra carica…

Ribelle – Una pipa ribelle si doma con dolcezza, pazienza. Se non è buona dopo 15/20 fumate, un mese di riposo, ben pulita. Se non cede, fumarla ancora un po’ per aumentare la crosta di carbone. Poi ripetere la cura del sonno.

Rifumare – Non si riempie mai la pipa con una nuova carica di tabacco finchè non si è completamente raffreddata dalla fumata precedente.

Riposo – Indispensabile a tutte, prezioso per le pipe che non collaborano, dispettose, insipide. A volte il riposo le guarisce dal malumore.

Rodaggio – Bisogna rodare insieme pipa e fumatore.

Rough top – L’orlo del fornello lasciato rustico.

Rusticata – Pipa con superficie rugosa, scabra, ottenuta con interventi manuali, a bulino, o per mezzo di fresatrici. Quasi sempre è fatta per eliminare difetti di superficie del legno, può dare anche ottimi risultati. Qualche fumatore le preferisce alle lisce: costano meno, sono più pratiche, leggere, piacevole la loro ruvidezza al tatto.

Sabbiata – La pipa la cui venatura non solo si vede, si tocca. Il getto di sabbia cui è sottoposta erode le parti meno dure del legno mettendo in rilievo il disegno delle vene. Non può essere realizzata con un legno troppo liscio o tenero, non sopporterebbe la forza del getto. È leggera, più fresca. In inglese, sand blast.

Salute – La pipa non brucia carta, non va nei polmoni e nei bronchi, componenti dannosi del fumo si fermano lungo il cammino cannello – bocchino. La pipa, forse, non fa bene. Ma se usata con moderazione e attenzione, ci regala tanto piacere con poco rischio.

Salva bocchino – Tubetto di plastica che, opportunamente riscaldato, viene infilato sull’imboccatura del bocchino e la protegge dai morsi più affamati. Oggi non è più venduto.

Scegliere – Si dice che sia la pipa a scegliere il suo fumatore. Si dice che i fattori psicologici siano determinanti. Si parla di irrazionalità, di amore a prima vista, di colpo di fulmine, di mistero, fascino e magia. Chi riuscisse a far prevalere criteri razionali nella scelta tenga conto di: prezzo (sempre la pipa migliore che ci si può permettere), possibilità d’uso, tempo, destinazione, forma, dimensioni, peso, bilanciamento, equilibrio, cura nell’esecuzione. Fattore importante la marca: scegliere quelle che hanno anni di esperienza.

Seconda scelta – Criterio utile per i principianti: partire con una seconda scelta delle marche migliori.

Sedia – una volta c’era la sedia da fumo, tutta attrezzata. Chi se ne trovasse una in casa me la mandi.

Sella – Forma di bocchino, in inglese saddle.

Shag – Il taglio più fine, più sottile, del tabacco. In origine destinato a chi amava farsi da solo le sigarette, ma impiegato anche per la pipa, specie se in filamenti più corti.

Slender – Sottile, slanciata, snella: è una variante nella forma forma classica della pipa, opposta a chubby.

Smarrimenti – Perdere una pipa è sempre un grosso dispiacere. Di solito è la migliore. che sia una fuga?

Soffiare – Energicamente, sempre, dopo aver fumato e svuotato. Attenti dove.

Solventi – Liquidi speciali per la pulizia, con effetto anche deodorante. Ci sono pure (potevano mancare?) in confezione spray.

Spingere – Per fare entrare uno scovolino in un bocchino: muoversi piano spingendo con le dita molto vicine all’imboccatura e facendo avanzare lo scovolino a piccoli tratti. Quando sembra bloccato, dargli un quarto di giro e spingere ancora.

Sporcare – Può succedere. Esempio banale: se con la pipa in bocca ci chiniamo a raccogliere qualcosa, dal fornello può uscire un po’ di cenere, briciole di tabacco magari infuocate. E se a terra ci sono tappeti o tovaglie nelle vicinanze la moglie strilla. A ragione. Soprattutto perché un corretto uso del famoso pigino non avrebbe fatto uscire niente dal fornello, neppure se completamente rocesciato…

Square – Quadrata: forma di pipa.

Staccare – Il bocchino dal cannello. Operazione sempre delicata. Impugnare il bocchino a palmo intero, girare dolcemente sempre nello stesso senso mentre si sfila. Quando si acquista una pipa, chi la vende deve fare una prova.

Sterm – Il bocchino in inglese americano e il cannello in inglese inglese.

Straight grain – La fiamma in inglese: venature strette, verticali, ravvicinate, uniformi. Si dice anche flame grane.

Stuccatura – Impasto di mastice e polvere di radica che serve a chiudere piccoli fori sulla testa grezza. Esterne e poco profonde non incidono sulla durata della pipa. I fabbricanti onesti non le nascondono. La pipa stuccata passa a una categoria inferiore.

Taglio fine – Il tabacco che brucia più facilmente, ma la rapidità di combustione sviluppa molto calore, l’eccesso di calore provoca umidità, il fumo arriva caldo e brucia la lingua che pizzica. Il bruciore della lingua provoca per reazione una maggiore salivazione.

Taper – Liscio, affusolato: per noi, il bocchino senza sella.

Tiraggio – Brace appena visibile, fumo appena visibile, ma l’uno e l’altro in modo continuo: sarebbe il segno di una combustione perfetta. La regolazione del tiraggio è conquista dell’esperienza. Si fa con il ritmo e l’energia delle boccate, con l’uso del pigino e del pollice. Tappando il fornello col pollice e tirando con più frequenza e intensità si favorisce la combustione, evitando che la pipa si spenga. Quando la combustione è eccessiva (fumo caldo in bocca, pipa che scotta), premendo il tabacco con il pigino si riduce il tiraggio. Se il tiraggio è difficoltoso per eccessiva compressione del tabacco, forare la massa con l’ago del curapipe, scendendo fino in fondo in corrispondenza del foro.

Trattamento – Se sta per preparazione non serve. Bisogna invece trattare bene la pipa, da nuova e da vecchia, sempre.

Turchi – Tabacchi condimento chiamati anche orientali o levantini, di notevole aroma naturale. Vengono coltivati in Turchia, Grecia, Bulgaria e Macedonia. Si chiamano turchi perché queste regioni appartenevano all’impero Ottomano. Essiccati all’aria aperta, al sole, dal sapore intenso, le foglie piccole. È felice la miscela con i Virginia. Lo Smirne, coltivato in Turchia, altamente aromatico, di buon corpo, scuro, dolce, aggiunge colore e gusto, non brucia bene. Altri nomi: il Giubek speziato, lo Xanthi di Tracia, il Trapezunt del Mar Nero, il delicato Samson.

Twist – Tabacco originariamente in rotolo, in treccia. Doppiamente fermentato, poi tagliato in rotelle.

Umidità – Carica più sciolta e boccate più energiche con tabacco umido, tirate corte e leggere con il secco. L’umidità si riduce lasciando il tabacco all’aria aperta (né sole né calore). Si aumenta spruzzando acqua, si conserva con umidificatori, fette di patata e di mela.

Venature – Ci vogliono. Il legno liscio è tenero, meno compatto. A certi tipi di venature, come la fiamma, è giusto attribuire valore estetico, ma non si deve credere che siano essenziali per la bontà della pipa.

Vernice – Può chiudere i pori del legno, che invece deve respirare. Se data a spruzzo c’è pericolo che penetri nell’interno del fornello, con effetti tristi sulle prime fumate.

Virginia – Il tabacco più famoso, il più usato. La base più importante di tutte le miscele. Si coltiva un po’ ovunque, anche in Italia. A seconda del luogo e della lavorazione il colore va dal giallo chiaro al marrone. Si fuma anche puro. Il tasso elevato di zuccheri e oli essenziali gli conferisce sapore zuccherino e profumo intenso. Il più diffuso è il Virginia Bright, color giallo limone. Il tipo scuro, dark, è più raro. Considerato tabacco dolce, può presentare due difetti: essere molto piccante e attaccare in gola.

Woodstock – Il modello di pipa cornetta, in inglese.
Share by: